Percorso Giro d’Italia 2026: anticipazioni e indiscrezioni – Dopo la Bulgaria, possibili uno sconfinamento in Svizzera e una crono a Milano – Finale a Roma
La stagione 2025 volge alla conclusione e già si pensa a quello che potrà accadere nel prossimo anno ciclistico. C’è molta attesa in particolare per conoscere il percorso del Giro d’Italia 2026, che dovrebbe essere presentato dagli organizzatori nel prossimo mese di novembre. Sul possibile tracciato della Corsa Rosa, però, circolano già diverse indiscrezioni, oltre a una certezza. Quest’ultima è relativa a una nuova Grande Partenza all’estero, dopo quella avvenuta qualche mese fa in Albania. Di certo ci sono inoltre le date di svolgimento del Giro 2026, che inizierà, da calendario UCI, sabato 9 maggio per concludersi domenica 31 maggio.
Grande Partenza Giro d’Italia 2026
La Grande Partenza sarà nuovamente su strade dell’Est Europa. Quanto annunciato da rappresentanti del Governo nazionale della Bulgaria nelle scorse settimane è stato poi confermato ufficialmente dal patron di RCS, Urbano Cairo: le prime tappe del Giro d’Italia 2026 si svolgeranno quindi nello Stato balcanico, per il quale si tratterà del primissimo contatto con il ciclismo internazionale di questo livello. Una “nuova prima volta”, quindi, dopo quella che ha visto protagonista l’Albania nel 2025, e anche in questo caso le frazioni “extra-italiane”, come avvenuto qualche mese fa, sarebbero tre. Una di queste coinvolgerebbe ovviamente la capitale bulgara, Sofia, mentre altre città in predicato di ospitare le tappe, fra partenze e arrivi, sono Burgas, città sulla costa del Mar Nero, Plovdiv e Veliko Tărnovo.
Sia queste ultime due che la stessa capitale Sofia sono città poste nelle immediate vicinanze della catena montuosa dei Balcani, che taglia in senso latitudinale la Bulgaria e che potrebbe permettere ai “tracciatori” delle tappe di inserire qualche difficoltà altimetrica rilevante già nei primi giorni di svolgimento del Giro 2026.
Dopo le tre tappe bulgare si sbarcherà in Italia e, se gli organizzatori non chiederanno un giorno di più di calendario all’UCI, che dovrebbe a quel punto valutare una deroga al suo regolamento, il trasferimento verrà effettuato rapidamente, senza l’ausilio di una giornata di riposo. Se le date resteranno quelle indicate, infatti, ci sarà spazio solo per due giorni senza tappa, che normalmente vengono inseriti più avanti nel corso delle tre settimane di corsa.
Giro d’Italia 2026, anticipazioni e indiscrezioni
Al momento non è chiaro dove il Giro 2026 “debutterà”, per quel che riguarda le strade italiane. Una delle possibilità più calde, al momento, sembra quella della Calabria, dove la Corsa Rosa manca dal 2022. Secondo la testata Vibosport le tappe che potrebbero coinvolgere la Calabria potrebbero essere, fra partenze e arrivi, addirittura tre. Una di queste potrebbe coinvolgere la città di Vibo Valentia, che potrebbe ospitare essere sede del via o della conclusione (o entrambe) di frazione. Da quel che trapela negli ambienti locali, RCS Sport avrebbe rimandato proprio la presentazione generale del percorso – prevista ora per lunedì 1 dicembre – per permettere alla neo-eletta Giunta regionale calabrese (le elezioni ci sono state giusto qualche settimana fa) di prendere le misure per le coperture economiche necessarie. Nelle ultime ore, però, il dettaglio del passaggio del Giro in Calabria ha ricevuto qualche levigatura in più, sul piano delle indiscrezioni. Le tappe, secondo quanto riporta il Quotidiano del Sud, sul suolo regionale dovrebbero essere due: la quarta, con partenza da Catanzaro e arrivo a Cosenza (dove la Corsa Rosa non fa tappa, come traguardo, dal 1989), e la quinta, con partenza da Praia a Mare (provincia di Cosenza) e arrivo a Potenza, sulla linea di quanto avvenuto nel 2022.
Se dovesse seguire lo schema classico della risalita da sud verso nord, nella prima settimana potrebbero poi trovare spazio dei giorni di corsa in Abruzzo. Entrando più nel dettaglio, ci sono le candidature sia di Penne, cittadina in provincia di Pescara alle porte del Gran Sasso, che di Chieti, secondo quanto scritto su IlPescara. Ma prima ci dovrebbe essere l’arrivo a Napoli pronta a ospitare nuovamente una frazione del Giro, la cui partenza sarà presumibilmente da Paestum, con il capoluogo campano pronto ad allungare così una serie di presenze sul tracciato del Giro che continua ininterrottamente dall’edizione 2022.
Risalendo l’Italia, una delle candidature più vocali di queste settimane è stata quella del comune di Bellaria Igea Marina (Rimini). La località balneare sull’Adriatico ha infatti espresso, tramite le parole del sindaco Filippo Giorgetti riportate dal Resto del Carlino, la volontà di ospitare il Giro 2026, non è chiaro se come sede di partenza o di arrivo. Il comune romagnolo si è fatto avanti sulla spinta di quanto avvenuto nel 2025, quando è stato teatro di una tappa della Corsa Rosa femminile. Candidatura ufficiale, almeno in termini istituzionali, anche per Spoleto: il sindaco del comune umbro, Andrea Sisti, ha infatti confermato, in una conferenza stampa riportata da ValleUmbraSport, i passi fatti dal suo municipio per ottenere un arrivo di tappa, a due anni di distanza dalla partenza della tappa numero 8 del Giro 2024.
Fin qui siamo a singole località, senza particolari notizie intorno a eventuali tracciati. Diverso il discorso per quel che riguarda una frazione che pare già “disegnata”, con partenza da Viareggio (Lucca) e arrivo a Chiavari (Genova). La frazione, secondo quanto riporta TeleNord, dovrebbe misurare circa 150 chilometri e prevedere la scalata al Passo del Bracco prima della conclusione nella località marittima del Levante ligure. In Liguria si dovrebbe rimanere anche per la partenza del giorno successivo, con la provincia di Imperia probabilmente coinvolta. Per quanto sostiene IVG, la tappa dovrebbe poi attraversare anche la provincia di Savona per poi concludersi nel Basso Piemonte. Giunti a questo punto, si potrebbe ipotizzare un Giro che fa nuovamente rotta verso est, passando magari per il Piacentino. Nelle scorse settimane la testata IlPiacenza aveva infatti fatto sapere che nella zona ci stava muovendo per portare una tappa in zone poco “battute” in passato, quelle della val Nure e della val Trebbia, andando magari alla scoperta, e sarebbe stato un inedito per la Corsa Rosa, della Sella dei Generali, salita molto dura che si conclude a 1218 metri, e del vicino Passo di Santa Barbara. Con il passare dei giorni, però questa possibilità si è affievolita ed è la stessa testata locale a riportare la voce che per il 2026 non se ne farà nulla: “Troppo importanti i i costi economici dell’operazione, ritenuti insostenibili per gli enti locali“.
Ben più probabile, quindi, che dal Basso Piemonte, il Giro punti invece subito verso nord e si rechi sulle strade della Valle d’Aosta, dove una tappa ci sarà sicuramente, dati anche gli investimenti già certificati dalla Regione: secondo AostaSera, per il 2026 si è fatta avanti la municipalità di Valtournenche, che comprende la località di Breuil-Cervinia, dove la frazione dovrebbe concludersi. Si tornerebbe quindi all’ombra del Cervino a distanza di 8 anni dall’ultima volta, quando la tappa di allora fu vinta da Mikel Nieve. Con il passare dei giorni, però, si è fatta strada anche l’ipotesi Pila, che sembra ora favorita per ricevere l’assegnazione dell’arrivo, stando a quanto riportato dal settimanale locale La Vallée: non è da escludere che, partendo appunto dal Basso Piemonte e più precisamente dal Cuneese, si vada a ripercorrere il percorso disegnato nell’unico precedente arrivo a Pila, con il passaggio su Col de St. Pantaleon e Champremièr.
Precisato che finora non sono emersi dettagli più specifici, la successione delle frazioni dovrebbe poi portare la Corsa Rosa sulle strade della Lombardia. Alcune voci danno infatti come possibile l’arrivo di una tappa a Busto Arsizio, in provincia di Varese, che rappresenterebbe un arrivo per velocisti. Dalla provincia di Varese si ripartirebbe poi per affrontare una tappa molto intrigante dal punto di vista altimetrico, che potrebbe poi concludersi in Svizzera. La frazione in questione si concluderebbe lungo l’ascesa che porta a Carì, nel Canton Ticino, già percorsa durante il Giro di Svizzera 2025 e inizierebbe invece un centinaio abbondante di chilometri prima, proprio nel territori comunale di Varese. A prospettare questa frazione è VCOAzzurraTv, che cita anche il Passo della Forcora come possibile asperità da percorrere prima dello sconfinamento in Svizzera. Questa possibilità è confermata anche dal sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Ivan Vargiu: “Ritengo però più probabile una partenza da Castellanza, il passaggio nel Luinese con le ascese al Passo del Cuvignone e al Passo della Forcora, e poi lo sconfinamento in Svizzera, con la salita finale verso Carì”, le parole del primo cittadino riportate da LuinoNotizie. Nelle ultime ore, però, si è fatta strada anche un’altra ipotesi, riportata da LaRegione, ovvero quella di una tappa interamente in territorio svizzero, con partenza a Bellinzona e arrivo a quel punto confermato a Carì.
Il giorno successivo si rientrerebbe in Italia, ma sul tracciato dell’eventuale “riconfinamento” del Giro non ci sono ancora indicazioni particolari. C’è però uno spiffero che ventila la possibilità di una tappa tutta piemontese, con il percorso che si snoderebbe in particolare nella zona del Verbano-Cusio-Ossola, ma ci sono ancora da attendere conferme in tal senso.
Tornando in Lombardia, bisogna poi inserire la volontà delle varie istituzioni di rivedere il Giro d’Italia sulle strade di Milano, che potrebbe ospitare una cronometro, durante la seconda settimana, magari proprio dopo la tappa di Busto Arsizio, considerando un eventuale trasferimento che sarebbe decisamente agevole e la possibilità di rimanere in zona anche per il possibile giorno di riposo successivo. Che a Milano si possa andare, comunque, è auspicato da diverse personalità importanti. Urbano Cairo ad Ansa ha parlato di una “tappa speciale, magari una cronometro” e il sindaco Beppe Sala si era espresso così in una conferenza stampa: “Stiamo cercando una soluzione e ne stiamo parlando con Cairo, il che non è semplicissimo – le parole di Sala riportate da MiTomorrow – Ma vogliamo trovare una bella data per far tornare il Giro d’Italia a Milano nel 2026″.
Nella lista dei potenziali luoghi toccati dal Giro 2026 si era aggiunta anche Madonna di Campiglio (Trento), che, secondo quanto riportato da l’Adige, dovrebbe ospitare l’arrivo di una tappa “all’inizio della terza e ultima settimana di gara”. Tristemente nota per quanto successo a Marco Pantani nel 1999, la salita dolomitica sarebbe così dovuta essere per la quarta volta nel percorso della Corsa Rosa, al termine di una giornata che vedrà ovviamente il Trentino grande protagonista della ripartenza del Giro per le sue tappe conclusive. Apparsa ormai certa, questa frazione è tuttavia cambiata con il tempo e il traguardo sarà invece ad Andalo, con la Regione che ha deciso per un cambiamento strategico a livello di promozione turistica. La tappa dovrebbe comunque arrivare dalla Lombardia, con Bergamo che sembra avere il sopravvento rispetto a Cassano d’Adda, che era stata inizialmente considerata.
All’orizzonte del Giro ci sarebbero poi, a comporre buona parte della terza settimana, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia: per quel che riguarda la seconda regione citata, al momento di certo che il “governo locale” ha già stanziato 8 milioni di euro, da destinare, secondo quanto riportato da FriuliOggi, agli “Enti di decentramento regionale di Pordenone (5,04 mln) e Udine (2,7 mln) per interventi sulla viabilità connessi al passaggio del Giro d’Italia nel 2026“.
In Veneto, inoltre, già nei mesi scorsi il presidente di regione uscente. Luca Zaia, aveva sottolineato la volontà di ospitare diversi “capitoli” del Giro 2026, senza però entrare nei dettagli. Con il passare dei giorni si è fatta strada l’ipotesi di una tappa compresa nei confini della provincia di Belluno, con partenza da Feltre (o dalla vicina Fonzaso) e arrivo nella zona del Comelico. A quanto riporta il Corriere delle Alpi, il profilo altimetrico studiato prevederebbe la scalata al Passo sant’Antonio, salita compresa nel territorio di Auronzo di Cadore. Con il passare dei giorni, però, si è fatta strada anche la possibilità che a fare da teatro alla tappa dolomitica possa essere la zona dell’Agordino, con il comune di Alleghe a fare da sfondo conclusivo alla frazione, stando a quanto prospettato da Il Gazzettino. Uno dei nodi da sciogliere in zona sarebbe quello della situazione viabilistica, dato che la Galleria del Comelico, via di accesso primaria a quella zona, è interessata da un maxi-cantiere di ristrutturazione e la cosa potrebbe ripercuotersi sul Giro, forse più in chiave organizzativa che per quel che riguarda il percorso. Tra le opzioni anche una tappa da Pinzolo con arrivo a Pieve di Soligo, come riporta SportTrentino, che potrebbe permettere di unire i puntini.
Secondo quel che riporta inoltre Il Messaggero Veneto, nell’estremo NordEst dovrebbe invece svolgersi la ventesima e penultima tappa, disegnata fra Gemona del Friuli e Piancavallo, nei luoghi del terribile terremoto che colpì la zona nel 1976. Da quel che filtra, la frazione dovrebbe proporre una “doppia scalata alla montagna sopra Aviano”. Da lì, trasferimento in aereo, dato che con il passare dei giorni, è diventato sempre più probabile che l’ultima tappa possa svolgersi nuovamente, domenica 31 maggio, sulle strade di Roma. In tal senso va ricordato che il Comune di Roma in passato si era mosso con RCS Sport per assicurarsi le conclusioni del Giro degli ultimi anni, prevedendo anche una opzione per l’edizione 2026 (ultimo anno di mandato dell’attuale sindaco Roberto Gualtieri). Uno scenario che è stato confermato in seguito anche dall’assessore allo sport capitolino, mettendo sostanzialmente la parola fine alla questione. Sembra quindi sempre più probabile, quindi, un’edizione della Corsa Rosa che tocchi sia Roma che Milano.
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